Ego, te absolvo? Fino alla curva

26 ottobre 2009
"Il mondo è crudele" miagola un'ostrichetta dal fondo del mar, tra la sirenetta e l'aragosta canterina, tra le ostrichette e qualche pesce incapace di articolar parola.
La Regina di Cuori ha passato la giornata tra i gioielli del suo castello, impregnati gli occhi di preziose spezie, colori e profumi si è rimessa dalla sua convalescenza e ha rimesso anche la corona sulla testa. Si volta, guarda il mar e con occhio desideroso scruta la presenza-assenza di squali mangia pesci e ostrichette. E' tornata malvagia quanto basta, annoiata come si addice a una vera regina e con la voglia di tagliar teste.
Le appare chiaro il sottinteso, che il mondo è crudele con lei, l'ostrichetta, e ultimamente ne ha sentite abbastanza di imbecillità per aver perso la pazienza. "Tagliatele la testa!" esplode all'improvviso in un gran saltare di carte animate da un'antica magia giapponese.
"Non si può..." gorgoglia appallottolato accanto a una torta che proviene direttamente dalla macchina del tempo lo Stregatto "Non ce l'ha!". E tutti ridono, anche la Regina di Cuori, suo malgrado. Lui sogghigna.
"Ho il malocchio" gocciola un'altra ostrichetta non poco distante.
Sua Altezza alza gli occhi al cielo, sperando che almeno lui sia più alto e paziente di lei. Ma il cielo se ne sta impegnato per affari suoi, certamente più importanti, la pazienza l'ha persa tanto di quel tempo fa che nessuno si ricorda più quand'era che, come un gatto annoiato, voltò le terga all'uomo, alle ostrichette e anche ai fiori parlanti.
"Io, io, io! Non sanno che dire io, se succede a loro è un dramma e dei veri drammi non si curano, aspettandosi che noi, plurale iopossopermettermelo, ci curiamo di loro!" inveisce la Regina di Cuori parlando con una nuvola che passando di lì butta giù uno sguardo, si disegna su un paio di spallucce e dondola via cantando col vento. Sua Altezza fa spallucce anche lei e se ne torna tra i gioielli.

Sai cos'è quel sottile filo tagliente di insoddisfazione che ti macera lentamente? Quella che lui chiama Solitudine. Ma non è uno stato delle cose, dipende da come ci si pone, dalla prospettiva visiva.
L'incapacità di cogliere, comprendere, alzare le spalle, l'ipocrisia delle parole che scivolano miele ma nascondono acido corrosivo non nasconde agli accorti il vero valore che possiedono: ego-ismo.
Io, io, io, è una forma mentale che sta nascosta dentro, come E. che lamentandosi per la sua sfortuna al lavoro mi porta l'esempio del suo ultimo e disdicevole cliente, che invece di farle finire il progetto è andato a prendersi un'aneurisma in testa, risultato: viaggio senza biglietto di ritorno nell'oltretomba a meno di 35 anni. Davvero biasimabile, se inizi qualcosa almeno finiscila prima...
Vogliamo che gli altri stiano a braccia aperte, accogliendo presunte virtù e talenti che possediamo senza domandarci se le possediamo o anche solo se è ciò che gli altri desiderano per se stessi.
Ho donato l'altro giorno un abbraccio, e poco dopo un gesto amichevole su una spalla. Era ciò che, lamentandosi o restando in infantile silenzio, domandavano a gran voce.
Ce li mangiamo gli altri con il nostro Ego cannibale, ci offendiamo come imperatori se non vogliono essere attori di una scenografia scelta da noi senza il loro permesso, pretendiamo che a tutti vada bene ciò che va a noi, assolutamente convinti che siano tutti ciechi, sordi e affamati, raggiungiamo livelli di egoistica compassione da sbrodolarci come i porci di Circe nella nostra stessa broda per poi offrirla masticata come se fosse un rimedio magico ai mali altrui. Nella piena assenza di consapevolezza.

"Me lo togli il malocchio sul lavoro?"
"No"
Anzi, ora che mi ci fai pensare, se ho uno sputo da lanciare, conosco la direzione giusta, dove cadendo sotto forma di vita, qualcosa può insegnare.
Sono fuori dal tunnel, del divertimento, perchè anche gli Stregatti a modo loro offrono le terga.


6 nosense:

Anonymous at: 29 ottobre 2009 alle ore 08:23 ha detto...

Passata...letto, ti chiamo perchè non so scrivere...
Rosa

{ Rikja } at: 29 ottobre 2009 alle ore 13:52 ha detto...

Rosa, quanto sarebbe piatta la vita senza di te...

{ Rikja } at: 29 ottobre 2009 alle ore 13:52 ha detto...

La tua amica E. è sempre miniera di gemme preziose.
Scusa ma sto ancora ridendo per Rosa che non sa (che) scrivere.
Vabbè, sono problemi anche i suoi. La gente ha questa brutta abitudine di morirti da un giorno all'altro, cosa che poi non puoi neppure incazzartici, fargli una denuncia. Se in più ti toglie i soldi in piena crisi, sono carognate ammettilo.
Ma tu non capisci perché i soldi li hai, sono cose a cui non puoi aspirare di arrivare con la tua anima economicamente stabile. Dai, basta, è sicuramente ammalocchiata regalale dell’edera e dille che le passerà tutto. Vedrai che è il tipo che ci crede.

Piantala un po’ di donare, guarda si dice che i greci portano doni ed è un riferimento al cavallo di Troia non al galaktomboúreko.

Buona cena medievale, tieni da parte una fetta di torta agli scalogni.

{ Alice } at: 30 ottobre 2009 alle ore 23:16 ha detto...

@Rosa non è vero neanche un po' che non sai scrivere :)

@Rikja hahahaha :D
Che poi non sapevo neanche cosa fosse il galaktomboúreko :/
Grazie per la cena e scordatelo, chi c'è c'è e chi non c'è si attacca ;P

Rosa at: 14 novembre 2009 alle ore 07:18 ha detto...

Rikja se così non fosse non mi spiegherei perchè ancora mi stai attaccato alle gonne ;-P

Alice non tra le righe come altri, ma è una vecchia storia giusto? :-/

{ Alice } at: 19 novembre 2009 alle ore 10:53 ha detto...

@Rosa che ti devo dire, a me piace non dovermi scervellare per capire cosa pensi qualcuno :)

 

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