Dove vado

4 settembre 2011
Maggie Taylor

Aspetta... ecco, volevo dire... me lo sono dimenticata.
Aveva a che fare con il seguire il filo di un aquilone, che poi non amo gli aquiloni, ma quel "a-qui-lo-n" mi ricorda Hellequin e mi sta simpatico per similitudine sonora. In fondo se ci si pensa un aquilone non ha molto senso, e neppure parlarne ha senso, al massimo guardarne ma dopo un po' annoia. Ammetterete che guardare la Mesnie non annoia mica per niente, mica un aquilone (ma forse non tutti sanno/vedono la mesnie, questione tra il filosofico, l'antropologico, il sacro e il profano... non vi sarete mica dimenticati che allo Stregatto il sacro sul letto di nozze con il profano a  provare posizioni aerobiche induce a fusa sonore, vero?
Comunque io sono presa da questa idiota occupazione, come dice De Gregori (Signora Aquilone), che poi anche lui, come me, ha il sospetto che tanto idiota non lo sia proprio ma non pensiamoci su e prendiamoci un thé, all'inglese perchè "té" può essere la seconda persona singolare pronunciata da un calabrese (non ci incavoliamo, il mio 1/4 calabro ha litigato con quelle "é" aperte per tutta l'infanzia).
Se proprio volete fare i pignoli vado, ma aggiornandolo periodicamente.
Andavo, passato, prima a salvare fauna e flora italiana. Poi ho capito che questa smania di vedere la Natura come una fanciulla da proteggere dall'uomo/drago la offendeva, se ci si pensa su appare chiaro che ci si deve credere assai potenti per pensarsi draghi davanti alla Natura. Al massimo pulci infestanti, così ho smesso di andare lì e ho comprato un DDT.
Andavo, passato, a ricreare il mondo come un artista. Intanto iniziavo dal virtuale, che si fa esperienza e si passa al reale. Una palestra artistica se si vuole, prendi un puntino, lo leghi ad altri puntini et voilà, hai fatto un logo. Lo chiamano design ma di fatto è un collage di puntini messi a caso su una pagina che non esiste, cosa che rende anche i puntini inesistenti. Questa storia divertiva non poco Il Cappellaio Matto, mettere assieme puntini, vederli e saperli inesistenti, la "non creazione". Dopo un po' questa non creazione artistica mi ha stancata ma bisogna sempre sperimentare il vuoto prima di sfiorare il pieno.

(in aggiornamento)
Per ora vado, incerto presente, dove mi portano le mie mani, attaccate ad un filo, a tratti da pesca, a tratti d'aquilone. Avete mai fatto caso che le mani hanno un cervello tutto loro? E' piccolino, non dico di no, ma ha una sua memoria (lunga!), i suoi tempi per imparare (lunghi!), le sue preferenze personali. Dev'essere per questo che i bambini molto piccoli le guardano stupidi, le aprono e chiudono perplessi. Loro... sanno. Poi si dimentica.
Le mie mani tessono, ma difficilmente disfano. Intrecciano, modellano, creano spesso per conto loro. Intanto la mia mente va, dove ora non chiedetelo, non sono fatti vostri. A tratti siete invadenti.
Quindi per ora vado lì, nel mondo dei materiali vivi e pulsanti.
Intanto mi allargo, come una macchia d'olio in un piattino d'acqua al profumo di erbe bruciate, io ruoto e mi allargo.
Il tutto, badate bene, silenziosamente. Non amo gli schiamazzi, non adoro la propaganda, sono ermetica quanto basta.


2 nosense:

{ il monticiano } at: 11 settembre 2011 alle ore 18:36 ha detto...

Puoi anche essere quanto vuoi ma sei dotata di una fantasia non comune.
E' un complimento sincero.

{ Alice Lidden } at: 26 settembre 2011 alle ore 23:47 ha detto...

Ma tu sei sempre troppo buono, sai la cosa divertente? Che questo lato lo conosce più chi legge il mio blog che chi si mangia la pizza che faccio in casa... quelli lì, gli ignari, pensano che sia razionale ed ordinata, ah! Poveri stolti! >:)

 

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